Un pomeriggio, dopo il ferragosto, quando ancora le città sono vuote d’automobili e di gente, e tutto appare diverso e nuovo, un pomeriggio di questi, mentre era intento a rimontare una fresatrice, si sentì osservato da qualcuno che era entrato silenziosamente nel capannone. Si girò di scatto e fu sorpreso di vedere l’Ingegnere: – E’ da un po’ di tempo che la osservo, – gli disse, – e mi fa strano vedere uno che lavora in questo silenzio.
– Ci si abitua, – rispose mettendosi ritto. – E poi, quando tutti vanno in ferie, a fare certi lavori ci si trova meglio e ci si stanca meno. Ma lei, perché è ritornato in anticipo?
l’Ingegnere non gli rispose, levò da una tasca un pacchetto di sigarette, l’aprì e offerse. Lui si pulì le mani oliate in uno straccio, accese e fumarono in silenzio. Dopo un poco l’Ingegnere disse: – C’è troppa gente in giro a fare confusione. Non c’è più gusto né al mare né in montagna; c’è più silenzio qui. Ma lei quando va in ferie?
– In ottobre, – gli rispose. – Io vado in ottobre quando passano le beccacce…
[Mario Rigoni Stern, Uomini, boschi e api, Einaudi 2007]