Mi sembra lungo

Preferiva il lavoro alla scuola, ma aveva un carattere riflessivo e a un certo punto si era accorto di avere un grave limite: le parole che conosceva non gli bastavano per dire come stava.
Mi fermai. Camminavamo nel bosco di settembre senza incontrare nessuno. In che senso? gli chiesi incuriosito. Nel senso, mi spiegò Remigio, che aveva sempre parlato in dialetto, e il dialetto ha un lessico ricco e preciso per indicare i luoghi, gli attrezzi, i lavori, le parti della casa, le piante, gli animali, ma diventa improvvisamente povero e vago se si tratta di sentimenti. Lo sai come si dice quando sei triste? mi chiese. Si dice: mi sembra lungo. Cioè il tempo. E’ il tempo che quando sei triste non passa mai. Ma l’espressione va bene anche per quando soffri di nostalgia, quando ti senti solo, quando non riesci a dormire, quando non ti piace più la vita che fai. Remigio a un certo punto decise che quelle tre parole non gli bastavano, gliene servivano di nuove per dire come stava, e si mise a cercarle nei libri.

[Paolo Cognetti, Il ragazzo selvatico, Terre di mezzo 2013]

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