Una volta mio zio, che abita a Sottochiesa in Val Taleggio, incontra per strada un uomo che si lamenta e dice che sta male. Lo zio gli chiede se deve chiamare l’ambulanza ma quello dice di no, che sta meglio. Solo che dopo, quando sta per andarsene, lo sconosciuto ricomincia a lamentarsi. – Guardi – gli dice mio zio – è meglio se chiamo l’ambulanza -. Niente, l’altro non ne vuole sapere.
Questo tira e molla dura almeno un’ora. Alla fine lo zio convince l’uomo a seguirlo a casa sua, che fra l’altro è abbastanza vicina. Mio zio abita in una casa bellissima, un ex caseificio di tre piani. Dentro c’è ancora una vasca per la lavorazione del latte e dei piccoli canali per la fuoriuscita di siero e cagliata. Che lui ovviamente non usa più, però nella cantina, dove si sono conservate le celle per la stagionatura, tiene a maturare gli stracchini che compra da un contadino di Sottochiesa.
E comunque, mentre il tizio sul divano dorme, mio zio prepara la cena. Sembra tutto tranquillo finché sente un gran baccano provenire dalla cantina. Va a vedere cos’è successo e in effetti sembra che nello stanzone ci sia stato un finimondo. Allora, siccome pensa sia entrato qualcuno, chiude a chiave la porta e va a chiedere aiuto al suo ospite. Che però dorme profondamente e quando lo chiama non reagisce, continua a dormire.
Ci pensa un po’ e alla fine decide di chiamare la polizia. Però mentre è a telefono sente un gran fracasso di là in cucina. Mette già la cornetta e quando arriva trova a terra una montagna di piatti rotti, cocci di bicchieri, vetri di bottiglie. Torna al telefono, chiede al centralino della polizia di far presto e poi va a svegliare lo sconosciuto. Lo chiama, lo scuote, gli tira un braccio ma niente. A un certo punto gli viene il dubbio che sia morto poi però lo sente respirare profondamente e capisce che sta solo dormendo.
Non sapendo che fare decide di aspettare l’arrivo della polizia sulla soglia di casa. Mentre è lì che aspetta, fumando una sigaretta, vede uscire dalla porta un gatto nero. Cosa alquanto strana visto che non ha un gatto, solo un ghiro, che fra l’altro tiene in gabbia. Poi il ghiro non è nero ma grigio.
Comunque l’animale che ha visto è proprio un gatto, un gatto nero. E lui sa perfettamente distinguere un gatto da un ghiro. Però quando arrivano i poliziotti e fanno un sopralluogo in caso non trovano nessuno, né uomo né gatto. Dello sconosciuto sul divano, naturalmente, neppure l’ombra.
