Pare ci sia un certo numero di comuni della Sicilia destinati a scomparire. Non ricordo come si chiamano, ma addirittura uno dovrebbe essere accorpato a Bergamo, uno a Torino. Anzi no, me ne ricordo uno, si chiama Grata. Tanto che mi sono detto: aggiungeranno una grata a Torino!
Che poi in questo paesino di 15 abitanti, mi hanno detto, nessuno sa il nome da dove deriva. Gratas, gratum… ho suggerito io. Ma niente, nessuno è interessato a cercarne l’etimologia. Però c’è un ragazzo che ha messo sotto sopra la città – che poi è un’isoletta – alla ricerca di un uomo che una volta faceva ricerche. Uno che una volta scrisse un libro scomodo e che ora si è nascosto in una specie di casa in una fossa come fanno soltanto i dittatori laici, che quelli religiosi di solito preferiscono le montagne. Pare che, alla fine, li trovino sia nelle fosse sia sulle montagne.
Si dirà: ma questo è un film! No, è più o meno il sogno che ho fatto stanotte mentre il mio corpo cercava una posizione comoda per dormire Perché c’è chi ricerca anche involontariamente. O magari proprio contro la propria volontà. Sarà paradossale o no, Ettore Majorana cercava solo involontariamente, forse era solo una curiosità invincibile ma che non passava a consapevolezza: la consapevolezza di come si fa carriera nell’accademia italiana, di come ci si ingrazia il regime (universitario, ma va bene anche se avevate inteso quello fascista). Infatti oggi, con quelle due pubblicazioni striminzite – visto che non voleva pubblicare anche se aveva fatto grosse scoperte – l’agenzia della valutazione universitaria avrebbe vita facile a buttarlo fuori dal sistema, con i suoi calcoli certosini sul “peso” delle pubblicazioni. Il metro è infatti una vecchia bilancia manuale di un mercato rionale romano, con tanto di trucchetto per sbilanciare uno dei due lati…
Sarà paradossale o no, a Ettore Majorana lo cercavano tutti: Fermi, Heisenberg; poi la famiglia, alla fine addirittura Sciascia. Qualcuno dice sia finito in una specie di casa in una fossa a Grata, però io ho visto le foto e no, il mio subconscio non può aver detto questo. Hanno invece detto:
“… buttava il pacchetto – e i calcoli, e le teorie – nel cestino. Così finì, pensata e calcolata prima che Heisenberg la pubblicasse, la teoria, che da Heisenberg prese nome, del nucleo fatto di protoni e neutroni” (Leonardo Sciascia, La scomparsa di Majorana, 1975).
“I singoli passi della ricerca scientifica sono spesso così complessi, la loro spiegazione così difficile che essi possono essere seguiti solo dal piccolo gruppo degli specialisti. Le svolte decisive però interessano una grande cerchia di persone e devono poter essere comprese anche nell’ambito di questa più larga cerchia” (Werner Heisenberg, Mutamenti nei principi della scienza naturale, 1942).
“Chi […] conosce la storia dell’atomica, della bomba atomica, è in grado di fare questa semplice e penosa constatazione: che si comportarono liberamente, cioè da uomini liberi, gli scienziati che per condizioni oggettive non lo erano; e si comportarono da schiavi, e furono schiavi, coloro che invece godevano di una oggettiva condizione di libertà” (Leonardo Sciascia, La scomparsa di Majorana).
“E quando, coll’andar del tempo, avrete scoperto tutto lo scopribile, il vostro progresso non sarà che un progressivo allontanamento dall’umanità. Tra voi e l’umanità può scavarsi un abisso così grande, che ad ogni vostro eureka rischierebbe di rispondere un grido di dolore universale” (Bertolt Brecht, Vita di Galileo).
“Ho troppo da scrivere, per questo non scrivo niente” (Stendhal, 1804).
[Leonardo Sciascia, La scomparsa di Majorana, Adelphi 2004]
