Ah vogliono vedere, questa è una monografia della Fabbri Editori, Fabbri Editori, fa parte del ciclo delle grandi monografie, è uno dei tanti libri che riguarda Santomaso, eh, è notevole perché pubblica… a parte che c’è una bella antologica di Santomaso, bellissima, ma pubblica le Lettere a Palladio, se loro non le hanno, ci sono dei volumi… ecco! Guardino un po’ come preparava Sant… questi sono gli studi, perché qualcuno pensa che le facesse così, questi sono gli studi preparatori, i disegni preparatori delle Lettere a Palladio. Santomaso disegnava prima, vedano come dava corpo soprattutto alla parte stabile, al nero, questo è lo studio preparatorio di quest’opera qua, eccola qua signori, vedono, vedono che le preparava prima, disegnava, studiava, pensava, ci scrive qua: “Dare leggero azzurro, impronta più marcata, dare stabilità al…” vedono, tutto studiato, tutto calibrato, tutto pensato. Questo, altro studio preparatorio a Un gotico veneziano, amici miei, loro non devono pensare che perché astratto non c’è nulla. L’astratto vero, io l’ho sempre detto, ma si devono convincere loro, ci vuole un po’ di buona volontà signori, chi pratica l’astrattismo così, lavora molto meglio, ma molto, ha più impegno di tutti i figurativi, di tutti! Perché ci sono passati attraverso la fase figurativa, l’hanno superata, quella è solo virtuosismo, qui devono usare la testa e il cuore, signori, ma senza errori, senza pecca, senza disarmonia, senza squilibri. Lo vedono Santomaso? Come disegnava prima… disegnava l’opera astratta, signori! Per calibrare, per dosare, per dare equilibri, per non incappare nell’errore che c’è in tutte le opere figurative. Ecco, per esempio, lo voglio ripetere, anche perché ieri un gentile signore ha incontrato Willy al MiArt di Milano e gli ha detto: “Dica a suo papà che non è vero che Tiziano non sapeva dipingere le mani, eh…” E chi l’ha detto, signori? Io mi sono permesso di far notare che nel figurativo anche a livello di Tiziano, che è artista sommo (chi lo può discutere?), l’errore c’era… formale, allora gentile amico, vada… lei cita un’opera che non è quella che ho detto io, vada a rivedersi L’Amor sacro e l’amor profano, dove c’è una figura vestita e una discinta, una coi guanti, peraltro guardi un po’ il guanto destro com’è, lo guardi un po’ bene con la lente… e quella nuda, guardi un po’ la mano d’appoggio sul pozzo com’è, le sembra normale o le sembra distrofica? le sembra mostruosa? È sbagliata! Io non dico mica che Tiziano… però è sbagliata! Nell’opera figurativa loro troveranno sempre l’errore, lo troveranno sempre signori, perché è solo virtuosismo, basta un attimo d’abbandono, basta un attimo via! Lo si fa. E poi tante volte non ci si riesce, la mano è sempre difficile. È sbagliata! L’ha fatto Tiziano, signori, artista sommo. Nell’artista astratto, perché l’astrazione? Perché lì la perfezione, la percezione del bello, nel figurativo vuol dire virtuosismo esasperato. Anche Tiziano sbagliava! Ebbene perciò, c’è la disarmonia. Ecco nell’astratto, signori, si va in sintesi e l’errore però non va fatto: lo squilibrio, la distonia, la sperequazione, non ci dev’essere, è un completamento ideale della figurazione. Va bene, amici miei, un milione e trecentomila.
[Gigi Montini a Telemarket: sbobinatura]
Per chi non lo sapesse i figli di Gigi Montini, il mitico Willy – anche lui presentatore di Telemarket – e Martina, hanno scritto un libro sul padre che si intitola sottosopra (Statale 11 editrice), di cui è possibile leggere un’anteprima qui:
Fai clic per accedere a prologo_195.pdf
Ciao!
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