Un giorno Michele Ferrero, il ‘re della Nutella’, disse ai suoi collaboratori: «Sapete perché ai bambini piacciono tanto le uova di Pasqua? Perché hanno le sorprese dentro… Allora, sapete che cosa dobbiamo fare? Diamogli la Pasqua tutti i giorni». Nacquero così i famosi Ovetti Kinder.
G. Padovani, Nutella – un mito italiano, Rizzoli 2004
Ora, se mi posso permettere, ma il dogma della Trinità, con tutto il rispetto, è una cosa che non si capisce niente. Nel dogma della Trinità Dio Padre è uno solo e della sua sostanza sono fatte le ipostasi. A questo punto bisogna dire che le ipostasi sono l’emanazione, a partire dalla sostanza divina, delle diverse dimensioni della realtà. Dalla sostanza divina, cioè appunto dal Padre, tutto viene creato per emanazione e non per volontà. Infatti, se il Padre volesse creare qualcosa bisognerebbe dedurre che sente il bisogno di farlo ma, se sentisse questo bisogno, non sarebbe perfetto come invece deve essere perfetta la sostanza divina. Quindi Dio Padre emana le ipostasi come il fuoco emana calore o come il tartufo emana il tipico odore di tartufo. Senza volontà. Fra l’altro queste ipostasi – nella Trinità – sono in rapporto paritario e non gerarchico.
Quindi, ricapitolando, abbiamo Dio Padre, creatore del cielo e della terra, il Figlio, nato dal Padre prima di tutti i secoli, generato non creato dalla stessa sostanza del padre, infine lo Spirito Santo, che procede in egual misura dalle altre due persone, il Padre e il Figlio.
Gregorio Taumaturgo, un teologo del III secolo, lo diceva così: Non vi è quindi, nella Trinità, nulla di creato, nulla di soggetto ad altro, né vi è nulla che sia stato aggiunto, come se prima non esistesse; il Padre non è dunque mai stato senza il Figlio e il Figlio senza lo Spirito Santo; e questa Trinità è per sempre immutabile e inalterabile.
Poi però, se mi posso permettere, anche Gregorio Taumaturgo, non si capisce niente. Quando si affrontano delle questioni così astratte e complesse, l’unico modo per essere chiari è fare degli esempi. Con gli esempi giusti si può spiegare qualunque cosa.
Un amico filosofo benzinaio e teologo contemporaneo – che a differenza di Gregorio Taumaturgo sa perfettamente cos’è un ovetto kinder – usa con quello spiegare il concetto di Trinità a coloro che si fermano da lui per fare rifornimento (anche se, a dire il vero, la maggior parte si accontenta di una pulitina ai vetri e di un rapido controllo alle gomme). Nell’unità dell’ovetto kinder, spiega l’amico filosofo benzinaio e teologo contemporaneo, troviamo le tre ipostasi: la cioccolata, il gioco e la sorpresa (intesa come l’atto del soprendersi). E queste tre ipostasi sono realmente distinte l’una dall’altra perché, come recita il simbolo niceno di Atanasio, la cioccolata è Dio, il gioco è Dio, ed anche la sorpresa è Dio e tuttavia non ci sono tre dèi, ma uno solo, l’ovetto kinder. Dove, è evidente, la sorpresa è lo Spirito Santo, nel senso che la sorpresa è un qualcosa che non è che esista fisicamente, ma si capisce che procede in egual misura dalla cioccolata e dal gioco, essendo consustanziale ad entrambi.
Così dice l’amico filosofo benzinaio e teologo contemporaneo, dopo aver fatto il pieno e subito prima di passare alla pulizia del vetro e al controllo delle gomme.
Mauro Orletti
Troviamo le similitudini.
“Nella classifica degli uomini più ricchi d’Italia secondo Forbes Michele Ferrero risulta essere al 1º posto in Italia ed al 32° nel mondo, con un patrimonio stimato in 18 miliardi di dollari. Figlio del fondatore dell’azienda Pietro Ferrero, Michele entra fin da giovane nella gestione operativa” (it.wikipedia.org/wiki/Michele_Ferrero).
“S. Gregorio, soprannominato Taumaturgo, nacque al principio del secolo III in Neocesarea del Ponto. I suoi genitori, illustri per nobiltà e ricchezze, ma idolatri, lo allevarono, assieme al fratello Atenodoro, nelle pagane superstizioni” (www.santiebeati.it/dettaglio/78050)”.
Aneddoto (declinato in passato su Agnelli, qui su Rockfeller nel film “il gioiellino”): “A 18 anni il giovane Rockfeller non aveva un soldo: trovò per terra una mela, la lavò e la vendette per 50 cents. Con quelli ne comprò due a 25 cents e le vendette ad 1 dollaro l’una… Così ne comprò 4… Poi, a 19 anni, ereditò dalla nonna 100 milioni di dollari…“.
Questione di classe.
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