Se telefonando

Avere un Mac ma non poterlo mettere in rete, è un po’ come avere una Bentley Azure ad Anchorage…
Non te ne fai gran che. Così il mio Mac è rimasto spento per diversi mesi, che dico, più di un anno, in attesa di poter tornare a “riveder le stelle”.
O almeno così si illudeva, ed io con lui!
Mi trasferisco in un piccolo paese vicino la mia città natale dopo una divagazione romagnola ed una sosta forzata a casa dei miei genitori. Il paese in questione è stato caratterizzato negli ultimi tempi da un notevole incremento demografico e questo trend non sembra essersi arrestato complice un costo delle abitazioni più a misura di “crisi”.
Provvedo ad “allacciare “ la luce perché il Mac ha bisogno della corrente prima di tutto. L’Enel fa il suo compitino alla svelta, anche grazie al “sollecito” di un conoscente, segno che l’Italia non cambierà mai…
Poi penso al gas, che se non serve al Mac, serve a me per non farmi la doccia fredda e per mangiare un boccone caldo.
Poi facile facile, chiedo a Telecom di provvedere all’allaccio dell’utenza telefonica con conseguente sottoscrizione dell’abbonamento; non mi frega delle telefonate, ma datemi una rete! È il Mac che me lo chiede, ed io per lui.
E qui, inizia il melodramma all’italiana che evito di raccontarvi nel dettaglio. Mi basta dire che, mentre viaggiavo in un salottino business dell’Eurostar a dir poco fatiscente (una roulotte degli zingari sarebbe stata infinitamente più confortevole) prendo il telefono e disdico la pratica per manifesta incapacità di Telecom a metter d’accordo i suoi dipendenti per sbrigare quella che dovrebbe essere un’attività routinaria.
Poco male penso, una volta messo giù il telefono, mi rivolgerò a Fastweb.
Detto fatto, dallo stesso salottino la cui fatiscenza aumentava ad ogni scambio dei binari, chiamo Fastweb e fisso un appuntamento.
Con mia meraviglia, Telecom viene a casa mia per conto Fastweb in men che non si dica. Io invece mi dico: Questi sono scemi, per fare i loro interessi non sono riusciti a combinar nulla, per fare gli interessi della concorrenza sfoggiano tutta questa prontezza…
Ma il bello era ancora di là da venire.
Il tipo controlla l’appartamento con dei mirabolanti strumenti elettronici e tutto sembra quadrare. Il Mac, anche se spento, sembra quasi brillare dall’eccitazione al pensiero di potersi rituffare nella rete a breve!
Il suo e mio sogno dura poco, il tempo che il tipo dice “Andiamo a vedere dove è la “borchia”.
Non sono un tecnico ma intuisco che si sta parlando del pannello all’interno del quale confluiscono i cavi provenienti dalla rete telefonica.
La faccio breve altrimenti mi rigiro da solo il coltello nella piaga: la “borchia” non c’è. La Telecom non ha cablato i palazzi (66 appartamenti solo nel mio condominio di 3 palazzine) e sembra non abbia intenzione di farlo perché non ritiene remunerativi questi investimenti!
Un dipendente Telecom della zona mi ha detto al telefono che “Roma” gestisce i soldi e se “Roma” non manda sti benedetti quattrini, loro non possono far nulla.
Che dire?
Mi vendo il Mac e mi compro una macchina da scrivere…
Come cazzo faccio se non posso andare su ebay?
Non lo so, cerco solo di sforzarmi a vedere un risvolto positivo in tutto ciò e forse lo trovo nel fatto che così non vengo risucchiato nel vortice di Facebook.
Magra consolazione.
Poi, come tante altre incazzature che la nostra italianità implica, mi passa anche questa fino all’altro giorno quando leggo o ascolto la notizia che, “Bruxelles ce lo permette”, la Telecom aumenta il canone di 1,26 Euro al mese a fronte di un bel niente (niente impegno a migliorare il servizio e/o implementare le risorse della propria rete).
Ora, io non sono riuscito a capire quanti abbonati abbia la Telecom, neanche Wikipedia mi ha aiutato, l’unico numero interessante che ho trovato è relativo al fatturato del 2007 e quindi ve lo dico: 31.290 Euro…
Sono curio so di andare a leggere questo stesso dato dopo un anno di canone “rivisto e corretto” per sapere l’incidenza che apporterà…
Infine, ciliegina sulla torta: pur essendo Telecom l’unica deputata ad eseguire opere come quella che mi permetterebbe di avere una connessione, non è tenuta a farlo.
Con buona pace del diritto all’informazione che, pare, derivi dal diritto alla libertà di manifestazione del pensiero incluso in un librettino in omaggio col Corriere dei Piccoli dal titolo “Costituzione Italiana”.
Non mi resta molto altro da fare, al Mac ho regalato cmq il nuovo sistema operativo, ma non credo che sia la stessa cosa; è come promettere ad una donna un brillante per poi regalarle uno zircone…
Quindi questa storia muore qui.
Ma in punto di morte tutti hanno il diritto ad esaudire un desiderio, anche questa “storia sbagliata”. Il desiderio sarebbe quello, ironia della sorte, di fare una telefonata, quella stessa che la Telecom, in una famosa pubblicità, diceva che “allunga la vita”.
Ma senza la linea, come la facciamo la telefonata?
Così questa storia sale sul patibolo canticchiando una canzoncina di tanti anni fa:
Se telefonando io
potessi dirti: ma vaffanculo!
Ti chiamerei…

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