La tolleranza, ovvero come farsi sterminare dolcemente

Io mi ritiro. In Francia, questo vizio non porta in prigione, grazie alle consuetudini introdotte da Jean-Jacques de Cambacérès e alla longevità del Codice napoleonico. Ma non accetto d'essere tollerato. Il mio amore dell'amore e della libertà ne rimane ferito."
J. Cocteau

Ormai è più di un mese che mi trovo a Berlino e, prima di partire, ero intenzionato a scrivere sul progressismo sessuale e sulla condizione omosessuale.
Ma cosa ho scoperto dopo un mese di permanenza in questa città? Che è tutto così uguale. Certo, qui a Berlino gli omosessuali sono visibili, li vedi per strada, che camminano mano per la mano, c’è una quantità abnorme di locali gay, in ogni quartiere ce ne sono almeno una ventina, la sera cammino tranquillo, senza timore di essere pestato.
Qualcuno potrebbe chiedersi per quale motivo prima ho scritto che tutto è uguale e poi ho fatto un elenco di condizioni che a Caserta sono del tutto assenti. E’ tutto così diverso qui in effetti, ma tutto così maledettamente uguale.
Qual è l’unica differenza? A Berlino, io esisto, ma non in quanto individuo, ma come consumatore. La tolleranza scesa dall’alto, per dirla alla Pasolini, che il sistema ha concesso (e che pericolosamente può negare al momento opportuno) è un’arma vincente, ci si è resi conto che più che eliminare bisogna sedare. Qui mi è concesso, attraverso innumerevoli riviste specializzate, di poter scegliere la mia serata. Posso scegliere la serata culturale gay,la serata culinaria gay, la serata danzante gay o una serata dove posso dare via il culo.
Ma cosa è questo se non sfruttamento della persona? cosa è questo se non l’ennesimo ghetto sociale? Apro il giornaletto, scelgo la serata e mi rinchiudo in un posto dove sono controllato e dove non do fastidio ai buoni retti. Non sono invisibile anche qui allora?
Si dirà che posso scegliere di non andare in questi posti, ma questo è un altro modo per rendersi invisibili. Il problema è che i movimenti omosessuali hanno fallito, ovunque, anche qui in Germania, rincorrono asfitticamente l’integrazionismo, cercando di castrare la propria natura per imitare modelli che non gli appartengono o viceversa impugnano lo scettro del progressismo sessuale, che altro non è che consumismo sessuale, pornografia di stato, una droga che ci stordisce in un edonismo nichilista.
Mi sono così tanto interrogato e vivo in maniera così ossessiva la sessualità, che ormai non sento più di averla, non la vivo più. Mi piacerebbe esistesse una sessualità umana, unica e irripetibile, invece anche io mi lascio chiamare e addirittura mi dichiaro omosessuale. Siamo ormai forgiati secondo la morale dualistica cristiana in cui esistono bene e male, paradiso e inferno, uomo e donna, eterosessuale e omosessuale.
I “pervertiti” potrebbero apportare una rivoluzione della società, non perché siano strutturalmente migliori degli altri, ma perché sono (o dovrebbero essere) al di fuori di certi schemi imposti dall’alto e che si perpetuano da millenni, al di fuori di un’educastrazione che viene ereditato da padre in figlio,da madre in figlia. Cosa succede invece?
Che anche gli omosessuali, pur di essere inglobati dal sistema, sono diventati dei ruoli. Magari il ruolo dell’omosessuale frivolo e modaiolo, amico delle donne, sì, quello rassicurante che ci viene propinato dai telefilm americani o anche mille altri stereotipi, magicamente imposto dai media e dalla moda, hai presente l’immagine dell’omosessuale con il baffetto e vestito in pelle o il poliziotto muscoloso che in privata si lascia sodomizzare, quei modelli sono diventati realtà. Sono veramente degli stampini, bisognerebbe vederli! Non si rendono conto che è in corso un nuovo olocausto, edulcorato dagli strumenti del consumismo, che ci sta svuotando sempre di più, ci sta sterminando ed è terribile che siano gli omosessuali stessi a mettersi al cappio al collo e, se potessero, ringrazierebbero anche il boia.
La cosa peggiore è che anche io mi rinchiudo nei lager.

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