A Rodolfo II piace Praga. Rodolfo II non gli va giù Vienna. Non gli interessa la politica e nemmeno la religione. E ci sarebbe questo Murād III alla testa degli Ottomani. Ci sarebbe una controriforma da fare, ci sarebbe. Rodolfo II ordina che si faccia quel che si deve fare. La si faccia questa controriforma. Si convochi un consiglio dei principi, si deliberi, si prendano le armi. Si porti il papa ad Aquisgrana e si cacci Lutero da Donauwörth. Ordine dell’imperatore. Forse derogabile. C’ha in testa solo Praga, l’imperatore.
Allora Rodolfo decide ch’è ora di fare i bagagli e di trasferire la corte dei miracoli fra le mura dello Hradscin. Perché è stufo. Stufo di far politica, di far l’imperatore e di fare Rodolfo II. C’ha in testa solo Praga ed i suoi studi di alchimia, natura, arte.
Arrivano eserciti di scienziati, artisti, studiosi e ciarlatani. Arriva Keplero. E Marte, spiacenti, Marte non è più un gran mistero, molto semplicemente… lento moto astrale su orbita ellittica. E Spranger prego, si accomodi, ecco le sue stanze, attigue agli appartamenti di Rodolfo: per dipingere e spogliare modelle. Nello Hradscin, finalmente, viene allestita una kunstkammer, uno scrigno di tesori e collezioni uniche al mondo.
Rodolfo comunque è inquieto, insoddisfatto. Vuole imitare suo zio Ferdinando, Arciduca del Tirolo, vuole anche lui una wunderkammer, una camera delle meraviglie che stupisca i viaggiatori d’Europa, lasci a bocca aperta l’intera dinastia, susciti lo stesso scalpore di una “Astronomia nova seu physica coelestis tradita commentariis de notibus stellae Martis”.
Invia messi ad acquistare una saliera. Quando riesce ad averla chiude al pubblico la wunderkammer, chiude se stesso all’interno, immerge lo sguardo nelle cavità della Terra, riemerge sulla superficie del Mare. A lungo. Così a lungo che l’accademia di corte, irriconoscente, diagnostica la sua infermità psichica. Avesse un telefono chiamerebbe. Un telefono non ce l’ha. Avesse una famiglia. Una famiglia ce l’ha. La famiglia lo destituisce… con le armi. Ma la wunderkammer resta chiusa e Rodolfo… non più secondo. A nessuno. E Vienna, adesso sì che odia Vienna.
Mauro Orletti
