In principio fu una scritta in ideogrammi di fianco al nome Mr. Dedalus. Poi una schermata bianca. Quindi una comunicazione dell’host: Mr. Dedalus è vittima di un attacco informatico, il sito è oscurato.
Per tornare on line c’è voluto un mese. Nel frattempo abbiamo cercato di stanare i responsabili della vile aggressione ed appurare il movente di questo gesto liberticida.
Non è stato difficile risalire alla matrice politica del sabotaggio: le forze della reazione temono i nostri articoli al punto da lanciare un assalto senza precedenti contro il blog, contro le sue idee, contro chi è libero e non ha padrone.
Ma bisogna intendersi sul concetto di libertà.
Nel suo intervento al Primo Congresso dell’Internazionale comunista, Lenin bollava la libertà di stampa come un’espressione tipica della “democrazia pura”[1], ossia astratta e al di sopra delle classi. Questa libertà è un inganno: è la libertà del capitale di corrompere la stampa e di fabbricare l’opinione pubblica.
Per conquistare la democrazia “concreta” e generare una vera libertà, che è anche libertà di stampa, non bastano le idee. Lo spiega Marx nell’XI Tesi su Feuerbach: se mancano i fattori materiali, le idee da sole non possono fare la rivoluzione e nessuna libertà sarà mai libertà di coscienza [2].
Insomma è necessario un gesto rivoluzionario. Ci sarebbe piaciuto cancellare tutti i nostri articoli e al loro posto diramare un unico comunicato: «Sulla rete non c’è più Mr. Dedalus e non ci sarà più finché le banche banchetteranno. Per ringraziamenti o lamentele sapete a chi rivolgervi». Solo che i nostri articoli sono già stati cancellati, e per di più dai nostri sabotatori.
Allora, rifacendoci all’esempio della “Rheinische Zeitung” (e della “Neue Rheinische Zeitung”), abbiamo deciso di logorare – uno dopo l’altro – i censori di ogni ordine e grado. Per farlo abbiamo riscritto da capo i mille e più articoli già pubblicati. Nessuna repressione poliziesca metterà il bavaglio a Mr. Dedalus! Dimostreremo, in onore del compagno Engels, che la vera libertà di stampa, quando è anche libertà di coscienza, non è assimilabile alle altre libertà borghesi[3].
Intaseremo con le nostre parole i sedicenti Portale_titolare, Carte¯SI, Banco~Posta. Respingeremo al mittente ogni «Want To Earn More Money Now?», risponderemo NO a qualunque «Short on cash? We’ll give you $900», ignoreremo fino all’ultimo «Get ready to increase your business».
E a chi crede di dividere la Redazione, a chi pensa di allontanarne i migliori elementi con lusinghe tipo «enlarge your penis», a costoro diciamo illusi! L’insegnamento di Lenin ci ha messo in guardia contro l’avventurismo e «le illusioni che inevitabilmente finiscono con una totale delusione»[4]. A costoro diciamo arrendetevi! i nostri articoli cadranno sulle vostre teste e su quelle di ogni antidemocratico come bottiglie molotov lanciate eroicamente contro i panzer del fronte orientale.
[Mauro Orletti]
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Note
[1] Lenin, Tesi e rapporto sulla democrazia borghese e sulla dittatura del proletariato, in Opere complete, Editori Riuniti 1966.
[2] Karl Marx, Opere filosofiche giovanili, Editori Riuniti 1963
[3] Karl Marx – Friedrich Engels, Libertà di stampa e censura, Guaraldi 1970
[4] Lenin, Avventurismo rivoluzionario, in Opere complete, Editori Riuniti 1966.
il Fronte Orientale va inteso in senso metaforico perchè è tale (orientale) se visto dalla parte dei panzer. Dalla parte delle molotov (e del compagno omonimo) è fronte occidentale. La precisazione mi sembrava doverosa per non prestare il fianco (orientale?) alle accuse di subalternità inconscia all’ideologia dominante. Siamo subalterni, ma perfettamente consapevoli.
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